Il volume racconta il progetto del nuovo spazio espositivo di Palazzo dei Diamanti conclusosi nel 2023 e curato dallo studio Labics: una serie organica di interventi finalizzati al restauro e alla valorizzazione del complesso cinquecentesco e all’adeguamento degli spazi, sia interni sia esterni.

Palazzo dei Diamanti, capolavoro del Rinascimento italiano progettato da Biagio Rossetti, ha avuto una storia complessa nel corso dei secoli che lo rende un meraviglioso palinsesto, fatto di ripensamenti, aggiunte successive e parti mai completate. Un edificio privo, se non nelle facciate esterne, di una unità complessiva, testimoniata anche dall’uso articolato che se ne fa oggi: il piano nobile, che comprende il salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, mentre il piano terra dal 1991 viene utilizzato come sede per esposizioni temporanee dalla Fondazione Ferrara Arte. Palazzo dei Diamanti non è dunque un monumento di sé stesso, ma una architettura destinata ad ospitare attività pubbliche che ne consolidano il ruolo e la presenza nella cultura del nostro paese; testimonianza non solo dell’enorme patrimonio che ci è stato tramandato dal passato, ma anche l’opportunità per continuare a produrre e veicolare cultura in futuro.

All’interno di questo contesto, gli interventi presentati nel libro, devono essere letti come un complesso organico di azioni mirate sia alla conservazione dell’edificio storico, della sua spazialità, della sua qualità intrinseca, sia all’adeguamento dei suoi ambienti alle esigenze di un moderno spazio espositivo.

I contributi presenti nella pubblicazione, oltre ad approfondire i contenuti del progetto, consentono di delinearne la genesi e gli esiti finali: il punto focale è costituito dai testi di Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori dello studio Labics che approfondiscono tutti gli aspetti e i passaggi che hanno portato alla realizzazione del rinnovato spazio espositivo; Vittorio Sgarbi si concentra sulle scelte che hanno consentito di giungere alla realizzazione del restauro; Keoma Ambrogio fa un excursus sulla storia del palazzo e sul percorso rigoroso che ha caratterizzato il processo di restauro; Claudia Conforti si sofferma sulla specificità del luogo, mentre Chiara Guarnieri dà conto delle indagini archeologiche che hanno permesso di scoprire importanti rinvenimenti.