Catalogo della mostra
FAKES da Alceo Dossena ai falsi Modigliani
Ferrara, Palazzo Bonacossi
7 aprile – 31 luglio 2022
Testi di Vittorio Sgarbi, Marco Horak, Rodolfo Bona, Dario Del Bufalo, Roberta Ferrazza, Lucio Scardino, Federico Giannini, Ilaria Baratta
180 pagine illustrate
Fondazione Ferrara Arte Editore
ISBN 978–88–89793–65–7
Prezzo di copertina € 58
Prezzo online € 55
La mostra, e il catalogo che l’accompagna, presenta l’appassionante capitolo del falso nell’arte ripercorrendo la vicenda artistica del cremonese Alceo Dossena (1878-1937), formidabile creatore di sculture che trasmettono tutta la vitalità e il sapore degli originali precristiani, medioevali o rinascimentali cui sono ispirate. Dossena era capace di imitare uno stile piuttosto che un’opera in particolare, talvolta miscelando motivi derivati da artisti diversi.
Oltre alle opere di Dossena sono esposte anche altre creazioni realizzate da abilissimi artisti-artigiani, quali Giovanni Bastianini, Icilio Federico Joni e Umberto Giunti.
Una sezione sarà inoltre dedicata ai casi ferraresi e padani con sculture di artisti operanti tra Otto e Novecento che si impegnano a far rivivere uno stile neo-estense, tra falsificazione e revival; tra essi Gaetano Davia, Ambrogio Zuffi, Antonio Alberghini, Giacomo Zilocchi, Enzo Nenci, Ulderico Fabbri.
“Falsi autentici” sono invece le celebri “teste di Modigliani” ritrovate nel Fosso Reale di Livorno nell’estate del 1984. Ritenute autentiche da eminenti critici d’arte, si scopre in seguito che si tratta di una beffa architettata, per scherzo, da tre studenti universitari, Pietro Luridiana, Pier Francesco Ferrucci e Michele Ghelarducci, e, per protesta, da Angelo Froglia, scultore e pittore livornese.
Ad integrazione della mostra è poi esposta al Museo Schifanoia una delle due copie fotografiche del Seppellimento di santa Lucia di Caravaggio oggi a Siracusa realizzate dalla Fondazione Factum Arte. Davanti al “doppio” il visitatore può interrogarsi sull’identità dell’opera d’arte e al contempo apprezzare i risultati delle più moderne e sofisticate tecnologie che permettono di riprodurre con straordinario illusionismo la concretezza fisica di dipinti e sculture di ogni epoca.
I saggi presenti nel volume approfondiscono i temi cruciali dell’esposizione: Vittorio Sgarbi propone un excursus nella produzione di Dossena; mentre Marco Horak si concentra sul periodo parmense, Rodolfo Bona indaga le radici cremonesi e l’influenza sugli artisti suoi conterranei dello stesso periodo; a Dario Del Bufalo si deve un focus sulle tecniche utilizzate dallo scultore, invece Roberta Ferrazza racconta lo scandalo scoppiato a seguito dell’immissione nel mercato americano di sculture antiche poi ritenute false. Una sezione a cura di Lucio Scardino è dedicata ai casi ferraresi; chiudono la pubblicazione il testo di Federico Giannini e Ilaria Baratta sui falsi Modigliani ritrovati a Livorno nel 1984 e la cronaca della stessa vicenda raccontata da Vittorio Sgarbi, oltre a un breve contributo sul “doppio” di Caravaggio.
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